Social e Casa Bianca: i guadagni di un pessimo affare
Paolo Benanti E Sebastiano Maffettone | 30 novembre 2024 (Corriere della Sera)
La discussione su Twitter/X continua qui.
Con un prestito di 13 miliardi di dollari Musk ha comprato Twitter e cambiato le presidenziali negli Usa
È passato meno di un mese da quando il Wall Street Journal poteva scrivere che i 13 miliardi di dollari che Elon Musk ha preso in prestito per acquistare Twitter si sono trasformati nella peggior operazione finanziata dalla crisi economica del 2008-2009. Le banche coinvolte nell’operazione, come Morgan Stanley e Bank of America, infatti hanno trovato difficoltà nel ricollocare sul mercato il debito.
Ma se si è trattato di un cattivo affare per le banche, non si può dire lo stesso per Musk. Con l’acquisto di quello che ora si chiama X, l’uomo più ricco del mondo ha operato una trasformazione radicale dei propri interessi che dal business si sono rivolti al mondo sociale e politico. E, in questo modo, ha potuto realizzare un takeover sulla Presidenza degli Stati Uniti.
Molti ritengono che Elon Musk potrebbe aver modificato l’algoritmo di X per potenziare il suo account, insieme a quelli di altri utenti conservatori. Lo sostiene, tra l’altro, un nuovo studio pubblicato dalla Queensland University of Technology (QUT), che ha scoperto che i post di Musk erano improvvisamente molto più popolari a partire dalla sua ‘discesa in campo. Il professore di media digitali della QUT Timothy Graham e il professore di studi sui media e comunicazioni della Monash University Mark Andrejevic, hanno esaminato l’impegno di Musk sui social prima e dopo il suo sostegno a Trump a luglio e hanno riferito che a partire dal 13 luglio circa, i post di Musk hanno ricevuto il 138 percento in più di visualizzazioni e il 238 percento in più di retweet rispetto a prima di quella data. Si può ipotizzare che la strategia impiegata somigli a quella già adoperata per una campagna di Ron De Santis in Florida.
Tutto è cominciato dopo le finali del Super Bowl del 2023 quando Elon Musk ha reagito con frustrazione al fatto che un tweet del Presidente Joe Biden avesse ottenuto molte più visualizzazioni del suo (29 milioni contro circa 9 milioni). Musk ha fatto mandare una mail a tarda notte ai dipendenti di Twitter ordinando, pena la perdita del posto, modifiche significative all’algoritmo di Twitter (ora X) per favorire i propri post. Gli ingegneri di Twitter hanno implementato un sistema che «greenlightava» automaticamente tutti i tweet di Musk, bypassando i filtri che normalmente selezionano i contenuti migliori da mostrare agli utenti. Questo ha garantito che i suoi post apparissero con priorità rispetto a quelli di altri utenti. È stato aggiunto un «power user multiplier» specifico per Musk, che aumentava artificialmente la visibilità dei suoi tweet di un fattore 1.000.
Questo significava che i suoi post dominavano il feed degli utenti, sia follower che non follower. Circa il 90% dei suoi follower vedeva regolarmente i suoi tweet, e anche milioni di non follower erano esposti ai suoi contenuti. Quello che all’epoca è sembrato un effetto dell’ego del miliardario è stato di fatto la porta aperta perché il patron dell’azienda potesse garantirsi più visibilità di qualunque utente compreso il Presidente che da lì a pochi mesi sarebbe diventato avversario politico.
Inoltre per le presidenziali, da quanto si può capire, sono stati indirizzati messaggi micro-mirati negli Stati chiave, spesso con annunci che sembravano essere qualcosa che non erano, una tattica che gli organizzatori a volte chiamavano internamente «falsi positivi». Il progetto complessivo si è rivelato un esperimento tecnologicamente avanzato di disinformazione: i musulmani percepivano un messaggio apparentemente rivolto ai sionisti, i sostenitori di Bernie Sanders credevano di ascoltare dichiarazioni provenienti dall’estrema sinistra, mentre i sostenitori di Zyn captavano appelli da attivisti che promuovevano un mondo senza veicoli a benzina, il divieto della fratturazione idraulica e alloggi a prezzi accessibili per gli americani senza documenti. Tuttavia, Harris non ha sostenuto tali politiche durante la sua campagna elettorale.
In sostanza, sotto la guida di Musk, X è diventata una piattaforma per diffondere idee estremiste e polarizzare il discorso pubblico. Ciò implica un profondo cambiamento del sistema politico liberal-democratico. Un cambiamento che vede Musk impersonare il ruolo dell’oligarca. Secondo il dizionario Merriam-Webster, il termine oligarca si riferisce a una persona che fa parte di una forma di governo o di controllo in cui il potere è concentrato nelle mani di un piccolo gruppo di individui. Gli oligarchi sono spesso caratterizzati da una grande ricchezza e potere, che usano per influenzare decisioni politiche ed economiche a proprio vantaggio. In particolare, il termine è stato ampiamente utilizzato per descrivere alcuni individui in Russia e in altri paesi post-sovietici. Questi oligarchi hanno spesso mantenuto stretti legami con i vertici del governo, utilizzando il loro potere economico per influenzare le politiche nazionali.
Il concetto di oligarca non si limita però alla Russia o ai paesi post-sovietici. In generale, può essere applicato a qualsiasi contesto in cui poche persone estremamente ricche e potenti esercitano un’influenza sproporzionata sulle decisioni politiche e sociali di un paese o di una regione. Elon Musk è considerato collegato a una emergente oligarchia negli Stati Uniti attraverso la sua piattaforma X (ex Twitter) e il suo ruolo nell’economia tecnologica, per diverse ragioni. Musk, con aziende come Tesla, SpaceX e X, detiene un’enorme influenza economica e tecnologica.
Il suo controllo su X, una delle principali piattaforme di comunicazione globale, gli consente di influenzare direttamente l’opinione pubblica e il discorso politico. Musk ha stretto un’alleanza con Trump, sostenendolo apertamente durante le elezioni presidenziali. Questa collaborazione tra un magnate tecnologico come Musk e un leader populista come Trump rappresenta una fusione tra capitale tecnologico e potere politico. Insieme, promuovono una visione del mondo in cui la democrazia rappresentativa è vista come obsoleta, sostituita da un sistema in cui pochi individui ricchi e potenti (gli oligarchi) detengono il controllo decisionale.